L’economia del territorio di Cerveteri
Nel territorio cerveterano, un lento ma graduale incremento demografico è iniziato nel secondo dopoguerra, dovuto principalmente alla suddivisione del territorio agricolo in un consistente numero di poderi, a seguito della riforma dell’Agro Romano ad opera dell’Ente Maremma.
Nel decennio successivo, una prima fase di espansione urbanistica ha determinato un forte sviluppo del comparto edile; quest’ultimo ha costituito un importante indotto per il territorio di Cerveteri che è stato sostenuto negli anni Settanta dallo sviluppo turistico della fascia costiera. Negli anni Ottanta si è iniziato a verificare il definitivo allontanamento dal modello terriero agricolo e lo sviluppo insediativo degli anni ’90 non ha modificato il modello economico che si era andato stratificando nei decenni precedenti.
Dai primi anni Cinquanta ad oggi, il comparto industriale non ha avuto grande sviluppo nel Comune cerveterano, fatta eccezione per la Cantina Sociale di Cerveteri. La Società Cooperativa agricola Cantina Cerveteri è sorta nel 1961 per opera dell’allora Ente Maremma; negli anni più recenti, altre aziende vitivinicole si sono andate insediando nel territorio del Comune, sottolineando il valore e la vocazione di queste aree.
Il numero di imprese attive presenti nel Comune di Cerveteri si aggira intorno alle 1.660 unità aventi 3.288 addetti, di cui solo circa il 2% di lavoratori esterni (IX Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi – 2011, ISTAT).
Agricoltura e zootecnia
Dal VI Censimento Nazionale dell’Agricoltura risulta che i comparti che contribuiscono maggiormente al valore della produzione agricola sono legati all’ortofrutta ed alla zootecnia.
Nel corso degli ultimi decenni si è osservata la contrazione del numero di aziende agro-zootecniche nei territori di Cerveteri, parallelamente però sono aumentati i livelli di specializzazione e professionalizzazione degli addetti e/o dei conduttori. La struttura produttiva agricola e zootecnica, con rare eccezioni, è ancora organizzata attorno al nucleo familiare. Più della metà delle aziende vedono il conduttore anche proprietario dei terreni e nel 97,6% delle aziende il conduttore è direttamente impegnato nell’azienda.
Le Aziende agricole del territorio sono circa 550 e la superficie agricola utilizzata (SAU) è pari al 70,18% della superficie totale (SAT).
Tipologia aziende agricole nel comune di Cerveteri
Dall’analisi delle attività nel settore agro zootecnico fatta attraverso i Codici ATECO (Fonte ISTAT) attivi nel territorio del Comune di Cerveteri emerge una prevalenza del settore legato alla produzione vinicola.
E’ altresì interessante notare come la maggior parte delle aziende abbia dimensioni molto limitate, infatti si tratta perlopiù di imprese individuali a conferma del coinvolgimento dei familiari nelle attività lavorative. La superficie coltivata dalle singole imprese raramente supera i 5 ha, non è raro, inoltre, trovare situazioni in cui il reddito da attività imprenditoriale rappresenta una fonte secondaria trattandosi, al limite, di un’attività ereditata da un genitore.
Anche il settore zootecnico è un asse fondamentale per l’economia dei territori cerretani.
Rimane fermo il dato secondo cui, fra i diversi settori di allevamento, quello bovino ha un ruolo principale sia per la produzione di latte che di carni; sono tuttavia ancora carenti le attività locali di processazione e trasformazione di tali prodotti.
Le attività agricole e zootecniche sono da considerarsi fra le cause principali di inquinamento delle acque, della perdita di stabilità dei suoli e della perdita di diversità biologica; sono anche responsabili della riduzione del benessere degli animali allevati che, seppur indirettamente, influenza la sicurezza delle catene alimentari (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – EFSA e direttiva 98/58/CE del Consiglio Europeo).
Infatti, quando condotta adeguatamente, l’agro-zootecnia ha un importante ruolo come presidio ambientale del territorio, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento e del degrado del suolo e delle acque, oltre a garantire la buona capacità di produzione di beni alimentari.
In generale, vista l’importanza che riveste l’attività agricola per il territorio, sarebbe opportuno creare un sistema che permetta al settore agricolo di sviluppare, oltre alla funzione principale l’agricoltura, almeno altre importanti funzioni quali ad esempio: occupazionale, sociale, ambientale, paesistica, produzione di servizi. In quest’ultimo caso nel contesto attuale hanno un ruolo di primaria importanza sia l’agriturismo sia l’agri-didattica.
Eccellenze orticole locali
Carciofo Romanesco del Lazio I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta – Regolamento (CE) N. 2066/2002 della Commissione Europea, 21 novembre 2002) l’indicazione protetta è riservata esclusivamente al carciofo (Cynara scolymus L.) di tipo romanesco che risponde a condizioni ed a requisiti esclusivi. Nelle campagne laziali, Il carciofo è conosciuto sin da epoca romana, probabilmente già gli Etruschi raccoglievano questo prodotto. Nei tempi moderni l’area di coltivazione protetta, fra le altre, ricade nell’intero territorio dei Comuni di Cerveteri e di Fiumicino. Il carciofo romanesco si è adattato splendidamente alle condizioni pedoclimatiche di queste aree, aiutato anche dalle caratteristiche ottimali dei terreni dove viene coltivato. Il prodotto si è fortemente radicato nella cultura gastronomica di questi territori e vanta oggi tantissime ricette e utilizzi culinari ed ha assunto una rilevante importanza economica.
Vini
Fra i vini con riconoscimento troviamo tre pregevoli riconoscimenti infatti, la morfologia del terreno in colline digradanti verso il mare e la particolare ventilazione delle brezze rendono il territorio particolarmente vocato alla coltivazione della vite. Anche se meno caratterizzata di quella di altri vini della Città Metropolitana di Roma, la produzione vitivinicola nelle aree collinari e pre-collinari di Cerveteri risale all’epoca della storia antica, sue origini si ritrovano infatti nella documentazione archeologica ed artistica che accompagna la storia ed il mito degli Etruschi.
Gli abitanti dell’Etruria adottarono diffusamente il sistema di allevamento della “vite maritata”, cioè coltivata appoggiata a sostegni – pratica colturale ancora oggi ampiamente diffusa in molte regioni dell’Italia centrale e meridionale.
Reperti, anfore vinarie, ritrovamenti archeologici testimoniano quanto fosse seguita l’agricoltura ad iniziare dagli antichi popoli tirreni, gli Etruschi successivamente approfondirono ed estesero questa coltivazione. Il vino fu ritenuto prodotto di grande importanza e sacralità e questi valori furono trasmessi poi al mondo romano tanto che il poeta Marziale declamava le qualità di un vino “che non si smetterebbe mai di bere” e Plinio il Vecchio, consigliava di bere il vino proveniente dalle vigne che gli antichi Etruschi avevano impiantato nella zona compresa tra Cerveteri e Tarquinia.
Il Cerveteri D.O.C. (Vino a Denominazione di Origine Controllata – approvato con D.P.R. 30.10.1974, G.U. 64 del 07.03.1975), è prodotto nell’intero territorio del Comune di Cerveteri, oltre ad altre aree limitrofe. Nella sua versione bianca, secca, amabile o frizzante, è principalmente ottenuto da uve di Trebbiano toscano, Malvasia di Candia e altre uve a bacca bianca, tipiche del Lazio, usate in percentuale minore. Il rosso, secco o amabile, si ottiene da uve Sangiovese e Montepulciano, Merlot ed altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella Regione. Se ne produce anche una versione rosata secca o frizzante con le stesse uve usate per la declinazione in rosso.
Tarquinia D.O.C (Vino a Denominazione di Origine Controllata – approvato con D.M. 09.08.1996, G.U. 201 del 28.08.1996). La zona di produzione di questa DOC comprende l’intero Comune di Cerveteri e parte di quello di Fiumicino; il vino Tarquinia bianco, nelle sue versioni secco, amabile e frizzante, prevede l’uso di uve Trebbiano toscano o giallo, Malvasia di Cancia e del Lazio, da sole o congiuntamente, ed altre uve a bacca bianca caratteristiche del Lazio (eccetto le uve Pinot Grigio); per il rosso, secco amabile o novello (secco), è previsto l’utilizzo di uve Sangiovese, Montepulciano e Cesanese comune, in diversa proporzione, nonché percentuali minori di altre uve a bacca nera idonee alla coltivazione nella regione Lazio. Nella versione rosato secco si utilizzano i medesimi vitigni utilizzati per il rosso.
Il più giovane riconoscimento Costa Etrusca Romana I.G.T. (Vino a Indicazione Geografica Tipica – approvato con D.M. 20.09.2011, G.U. 239 del 13.10.2011) è tuttavia quello che comprende la più ricca varietà di tipologie vinicole. La zona di produzione include gli interi comuni di Cerveteri e Fiumicino. In versione bianca, sia esso secco, abboccato, amabile o dolce, per il vino si prevede l’uso di uve Malvasia puntinata, Vermentino, Chardonnay, Fiano ed altri vitigni a bacca bianca caratteristici della Regione in proporzione minore; per ognuno dei vitigni principali con cui si produce il bianco, esistono poi vini in cui la singola varietà di uve, usata in proporzione almeno dell’85%, dà il nome al vino stesso. Per la versione rosso, rigorosamente secco, si usano vitigni di Montepulciano, Sangiovese e Merlot e altre uve locali in proporzione minore. Esistono, anche per il rosso, versioni che prendono il nome dal vitigno che concorre principalmente alla produzione, si ottengono così vini rossi Costa Etrusca Romana Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah o Sangiovese.
Agricoltura e allevamento con metodo biologico
La produzione (ed il consumo) di alimenti biologici ha effetti positivi sulla vita umana, limitando gli impatti negativi delle attività agricole su acqua, aria, suolo e biodiversità, riducendo i consumi idrici, energetici e di fertilizzanti [Ciccarese L. e Silli V. in Spazio aperto, DOI 10.12910/EAI2015-060 “Agricoltura biologica, una scelta giusta per l’ambiente, la sicurezza alimentare e la salute?”].
In linea con l’andamento nazionale la crescita del settore dell’agricoltura biologica è stata ingente negli ultimi anni; al primo semestre del 2018, nelle aree del CFCPER, si contano 4.700 ettari in capo a più di 50 aziende, le aziende agricole biologiche sono quindi più che raddoppiate in meno di 10 anni.
Sebbene ci sia ancora molto da fare, l’incidenza media delle superfici totali certificate rispetto alla superficie agricola totale è pari a quasi il 25% (a fronte del 22% della Regione Lazio).
Ampio spazio di crescita economica si prevede per il settore biologico poiché, oltre alla distribuzione moderna, ai negozi tradizionali, al porta a porta e all’e-commerce, anche le vendite presso la ristorazione privata e le mense pubbliche possono ricoprire un’importante fetta di mercato.
Turismo
Nonostante i territori risentano dell’assoluta predominanza turistica della Capitale romana (rappresentante l’80% delle presenze turistiche dell’intera Regione Lazio), il settore turistico è una voce economica considerevole nelle aree di Cerveteri.
Le numerose risorse naturali, l’offerta archeologica di pregevole rilievo, la varietà di prodotti enogastronomici e l’ottima offerta per gli amanti dello sport, fanno di questi territori una destinazione ad alto potenziale di attrazione per turisti sia nazionali che internazionali.
Turismo balneare
Il mare rappresenta un fattore strategico dell’economia la cui gestione razionale e sostenibile passa attraverso un corretto equilibrio fra la tutela degli aspetti ambientali e sociali e lo sviluppo delle attività economiche, in particolare delle attività turistiche ricreative.
Gran parte della fascia costiera ricadente nel Comune è liberamente fruibile per la balneazione.
Nel tessuto produttivo grande rilievo ha l’attività concernente gli stabilimenti balneari ed anche la presenza di esercizi di ristorazione.
Benché il settore balneare sia di tutto rilievo, la sua produttività è fortemente legata alla stagionalità, per superare questi limiti, le politiche regionali per lo sviluppo turistico del demanio marittimo hanno avviato una serie di azioni che renderanno possibile utilizzo continuativo delle risorse. Grazie alla destagionalizzazione delle attività i Comuni potranno autorizzare l’utilizzo di strutture di facile rimozione (cabine, bungalow, etc.) durante tutto l’arco dell’anno. Sono state inoltre ridefinite le cosiddette “attività accessorie” consentite, oltre alla somministrazione di bevande e cibo, all’intrattenimento musico-danzante ed alla vendita di giornali, libri e articoli da spiaggia, all’interno degli stabilimenti balneari sarà possibile anche pianificare esposizioni d’arte, attività ludiche e finalizzate al benessere; sarà possibile organizzare attività nautiche e sportive di tipo non agonistico; non ultimo, sarà possibile noleggiare imbarcazioni e natanti (Piano regionale di utilizzazione delle aree del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative).
Nel complesso questa maggiore flessibilità imprenditoriale si stima che possa consentire un ingente aumento dei ricavi economici ottenibili dal turismo balneare.
Turismo enogastronomico
La forma di ospitalità del Bed & Breakfast e dell’Agriturismo sono un perfetto connubio fra la filosofia del buon vivere e la riscoperta dell’identità e delle tradizioni locali. Nel Comune di Cerveteri queste attività sono rappresentate da più di 150 esercizi ricettivi. In particolare lo sviluppo del territorio agricolo in chiave turistica può diventare un importante aspetto economico per la popolazione delle aree rurali, grazie anche al nuovo modello turistico dell’ospitalità diffusa. In tal senso il turismo enogastronomico rappresenta una delle più importanti spinte di sviluppo; la Strada dei Vini e dei Prodotti Tipici delle Terre Etrusco Romane esemplifica la fecondità del territorio, oltre ai vini ed agli ortaggi d’eccellenza descritti precedentemente, anche l’allevamento trova la sua tipicità nel Vitellone della Maremma che pascola negli allevamenti nelle alture cerite.
Turismo culturale
La ricchezza e l’importanza dei siti d’interesse storico-archeologico rendono il territorio una zona particolarmente vocata per un turismo culturale ed identitario.
Le aree archeologiche, siano esse preistoriche o quelle che testimoniano l’avvento delle civiltà etrusca e romana, così come quelle legate alla storia più recente, sono fruite da un target turistico riguardante principalmente la fascia anziana e, soprattutto, da un turismo giornaliero, risentendo del grande polo d’attrazione rappresentato da Roma. Al fine di potenziare questo settore è necessario sviluppare un’offerta maggiormente competitiva che ampli, al contempo, il target turistico; attraverso la creazione di circuiti territoriali e/o tematici e grazie alla valorizzazione delle infrastrutture si deve creare un sistema di promozione turistica che possa divenire appetibile soprattutto per le famiglie e le nuove generazioni.
Turismo verde
La ricchezza di siti e habitat naturali nel territorio fanno sì che il turismo cosiddetto verde (green tourism) assuma sempre maggiore importanza all’interno di questo comparto, nondimeno esso contribuisce ad accrescere la consapevolezza ambientale, promuovendo la tutela degli ecosistemi e rispettando la cultura locale.
Ad esempio nel territorio di Cerveteri, fra le attività di particolare rilievo per il turismo verde, ci sono il Birdwatching (letteralmente osservazione degli uccelli) ed il cicloturismo. Tali attività sono praticate quasi esclusivamente da un turismo di tipo giornaliero ma, grazie anche alle strutture ed infrastrutture che si stanno costruendo o che sono in fase progettuale, esse sono destinate a divenire un’importante fonte di reddito per il Comune. Lo sviluppo del turismo verde va pensato con l’obiettivo di creare, al contempo, un’offerta improntata sul principio della sostenibilità, di tutela e valorizzazione del territorio.
L’economia del territorio di Cerveteri
Nel territorio cerveterano, un lento ma graduale incremento demografico è iniziato nel secondo dopoguerra, dovuto principalmente alla suddivisione del territorio agricolo in un consistente numero di poderi, a seguito della riforma dell’Agro Romano ad opera dell’Ente Maremma.
Nel decennio successivo, una prima fase di espansione urbanistica ha determinato un forte sviluppo del comparto edile; quest’ultimo ha costituito un importante indotto per il territorio di Cerveteri che è stato sostenuto negli anni Settanta dallo sviluppo turistico della fascia costiera. Negli anni Ottanta si è iniziato a verificare il definitivo allontanamento dal modello terriero agricolo e lo sviluppo insediativo degli anni ’90 non ha modificato il modello economico che si era andato stratificando nei decenni precedenti.
Dai primi anni Cinquanta ad oggi, il comparto industriale non ha avuto grande sviluppo nel Comune cerveterano, fatta eccezione per la Cantina Sociale di Cerveteri. La Società Cooperativa agricola Cantina Cerveteri è sorta nel 1961 per opera dell’allora Ente Maremma; negli anni più recenti, altre aziende vitivinicole si sono andate insediando nel territorio del Comune, sottolineando il valore e la vocazione di queste aree.
Il numero di imprese attive presenti nel Comune di Cerveteri si aggira intorno alle 1.660 unità aventi 3.288 addetti, di cui solo circa il 2% di lavoratori esterni (IX Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi – 2011, ISTAT).
Agricoltura e zootecnia
Dal VI Censimento Nazionale dell’Agricoltura risulta che i comparti che contribuiscono maggiormente al valore della produzione agricola sono legati all’ortofrutta ed alla zootecnia.
Nel corso degli ultimi decenni si è osservata la contrazione del numero di aziende agro-zootecniche nei territori di Cerveteri, parallelamente però sono aumentati i livelli di specializzazione e professionalizzazione degli addetti e/o dei conduttori. La struttura produttiva agricola e zootecnica, con rare eccezioni, è ancora organizzata attorno al nucleo familiare. Più della metà delle aziende vedono il conduttore anche proprietario dei terreni e nel 97,6% delle aziende il conduttore è direttamente impegnato nell’azienda.
Le Aziende agricole del territorio sono circa 550 e la superficie agricola utilizzata (SAU) è pari al 70,18% della superficie totale (SAT).
Tipologia aziende agricole nel comune di Cerveteri
Dall’analisi delle attività nel settore agro zootecnico fatta attraverso i Codici ATECO (Fonte ISTAT) attivi nel territorio del Comune di Cerveteri emerge una prevalenza del settore legato alla produzione vinicola.
E’ altresì interessante notare come la maggior parte delle aziende abbia dimensioni molto limitate, infatti si tratta perlopiù di imprese individuali a conferma del coinvolgimento dei familiari nelle attività lavorative. La superficie coltivata dalle singole imprese raramente supera i 5 ha, non è raro, inoltre, trovare situazioni in cui il reddito da attività imprenditoriale rappresenta una fonte secondaria trattandosi, al limite, di un’attività ereditata da un genitore.
Anche il settore zootecnico è un asse fondamentale per l’economia dei territori cerretani.
Rimane fermo il dato secondo cui, fra i diversi settori di allevamento, quello bovino ha un ruolo principale sia per la produzione di latte che di carni; sono tuttavia ancora carenti le attività locali di processazione e trasformazione di tali prodotti.
Le attività agricole e zootecniche sono da considerarsi fra le cause principali di inquinamento delle acque, della perdita di stabilità dei suoli e della perdita di diversità biologica; sono anche responsabili della riduzione del benessere degli animali allevati che, seppur indirettamente, influenza la sicurezza delle catene alimentari (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – EFSA e direttiva 98/58/CE del Consiglio Europeo).
Infatti, quando condotta adeguatamente, l’agro-zootecnia ha un importante ruolo come presidio ambientale del territorio, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento e del degrado del suolo e delle acque, oltre a garantire la buona capacità di produzione di beni alimentari.
In generale, vista l’importanza che riveste l’attività agricola per il territorio, sarebbe opportuno creare un sistema che permetta al settore agricolo di sviluppare, oltre alla funzione principale l’agricoltura, almeno altre importanti funzioni quali ad esempio: occupazionale, sociale, ambientale, paesistica, produzione di servizi. In quest’ultimo caso nel contesto attuale hanno un ruolo di primaria importanza sia l’agriturismo sia l’agri-didattica.
Eccellenze orticole locali
Carciofo Romanesco del Lazio I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta – Regolamento (CE) N. 2066/2002 della Commissione Europea, 21 novembre 2002) l’indicazione protetta è riservata esclusivamente al carciofo (Cynara scolymus L.) di tipo romanesco che risponde a condizioni ed a requisiti esclusivi. Nelle campagne laziali, Il carciofo è conosciuto sin da epoca romana, probabilmente già gli Etruschi raccoglievano questo prodotto. Nei tempi moderni l’area di coltivazione protetta, fra le altre, ricade nell’intero territorio dei Comuni di Cerveteri e di Fiumicino. Il carciofo romanesco si è adattato splendidamente alle condizioni pedoclimatiche di queste aree, aiutato anche dalle caratteristiche ottimali dei terreni dove viene coltivato. Il prodotto si è fortemente radicato nella cultura gastronomica di questi territori e vanta oggi tantissime ricette e utilizzi culinari ed ha assunto una rilevante importanza economica.
Vini
Fra i vini con riconoscimento troviamo tre pregevoli riconoscimenti infatti, la morfologia del terreno in colline digradanti verso il mare e la particolare ventilazione delle brezze rendono il territorio particolarmente vocato alla coltivazione della vite. Anche se meno caratterizzata di quella di altri vini della Città Metropolitana di Roma, la produzione vitivinicola nelle aree collinari e pre-collinari di Cerveteri risale all’epoca della storia antica, sue origini si ritrovano infatti nella documentazione archeologica ed artistica che accompagna la storia ed il mito degli Etruschi.
Gli abitanti dell’Etruria adottarono diffusamente il sistema di allevamento della “vite maritata”, cioè coltivata appoggiata a sostegni – pratica colturale ancora oggi ampiamente diffusa in molte regioni dell’Italia centrale e meridionale.
Reperti, anfore vinarie, ritrovamenti archeologici testimoniano quanto fosse seguita l’agricoltura ad iniziare dagli antichi popoli tirreni, gli Etruschi successivamente approfondirono ed estesero questa coltivazione. Il vino fu ritenuto prodotto di grande importanza e sacralità e questi valori furono trasmessi poi al mondo romano tanto che il poeta Marziale declamava le qualità di un vino “che non si smetterebbe mai di bere” e Plinio il Vecchio, consigliava di bere il vino proveniente dalle vigne che gli antichi Etruschi avevano impiantato nella zona compresa tra Cerveteri e Tarquinia.
Il Cerveteri D.O.C. (Vino a Denominazione di Origine Controllata – approvato con D.P.R. 30.10.1974, G.U. 64 del 07.03.1975), è prodotto nell’intero territorio del Comune di Cerveteri, oltre ad altre aree limitrofe. Nella sua versione bianca, secca, amabile o frizzante, è principalmente ottenuto da uve di Trebbiano toscano, Malvasia di Candia e altre uve a bacca bianca, tipiche del Lazio, usate in percentuale minore. Il rosso, secco o amabile, si ottiene da uve Sangiovese e Montepulciano, Merlot ed altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella Regione. Se ne produce anche una versione rosata secca o frizzante con le stesse uve usate per la declinazione in rosso.
Tarquinia D.O.C (Vino a Denominazione di Origine Controllata – approvato con D.M. 09.08.1996, G.U. 201 del 28.08.1996). La zona di produzione di questa DOC comprende l’intero Comune di Cerveteri e parte di quello di Fiumicino; il vino Tarquinia bianco, nelle sue versioni secco, amabile e frizzante, prevede l’uso di uve Trebbiano toscano o giallo, Malvasia di Cancia e del Lazio, da sole o congiuntamente, ed altre uve a bacca bianca caratteristiche del Lazio (eccetto le uve Pinot Grigio); per il rosso, secco amabile o novello (secco), è previsto l’utilizzo di uve Sangiovese, Montepulciano e Cesanese comune, in diversa proporzione, nonché percentuali minori di altre uve a bacca nera idonee alla coltivazione nella regione Lazio. Nella versione rosato secco si utilizzano i medesimi vitigni utilizzati per il rosso.
Il più giovane riconoscimento Costa Etrusca Romana I.G.T. (Vino a Indicazione Geografica Tipica – approvato con D.M. 20.09.2011, G.U. 239 del 13.10.2011) è tuttavia quello che comprende la più ricca varietà di tipologie vinicole. La zona di produzione include gli interi comuni di Cerveteri e Fiumicino. In versione bianca, sia esso secco, abboccato, amabile o dolce, per il vino si prevede l’uso di uve Malvasia puntinata, Vermentino, Chardonnay, Fiano ed altri vitigni a bacca bianca caratteristici della Regione in proporzione minore; per ognuno dei vitigni principali con cui si produce il bianco, esistono poi vini in cui la singola varietà di uve, usata in proporzione almeno dell’85%, dà il nome al vino stesso. Per la versione rosso, rigorosamente secco, si usano vitigni di Montepulciano, Sangiovese e Merlot e altre uve locali in proporzione minore. Esistono, anche per il rosso, versioni che prendono il nome dal vitigno che concorre principalmente alla produzione, si ottengono così vini rossi Costa Etrusca Romana Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah o Sangiovese.
Agricoltura e allevamento con metodo biologico
La produzione (ed il consumo) di alimenti biologici ha effetti positivi sulla vita umana, limitando gli impatti negativi delle attività agricole su acqua, aria, suolo e biodiversità, riducendo i consumi idrici, energetici e di fertilizzanti [Ciccarese L. e Silli V. in Spazio aperto, DOI 10.12910/EAI2015-060 “Agricoltura biologica, una scelta giusta per l’ambiente, la sicurezza alimentare e la salute?”].
In linea con l’andamento nazionale la crescita del settore dell’agricoltura biologica è stata ingente negli ultimi anni; al primo semestre del 2018, nelle aree del CFCPER, si contano 4.700 ettari in capo a più di 50 aziende, le aziende agricole biologiche sono quindi più che raddoppiate in meno di 10 anni.
Sebbene ci sia ancora molto da fare, l’incidenza media delle superfici totali certificate rispetto alla superficie agricola totale è pari a quasi il 25% (a fronte del 22% della Regione Lazio).
Ampio spazio di crescita economica si prevede per il settore biologico poiché, oltre alla distribuzione moderna, ai negozi tradizionali, al porta a porta e all’e-commerce, anche le vendite presso la ristorazione privata e le mense pubbliche possono ricoprire un’importante fetta di mercato.
Turismo
Nonostante i territori risentano dell’assoluta predominanza turistica della Capitale romana (rappresentante l’80% delle presenze turistiche dell’intera Regione Lazio), il settore turistico è una voce economica considerevole nelle aree di Cerveteri.
Le numerose risorse naturali, l’offerta archeologica di pregevole rilievo, la varietà di prodotti enogastronomici e l’ottima offerta per gli amanti dello sport, fanno di questi territori una destinazione ad alto potenziale di attrazione per turisti sia nazionali che internazionali.
Turismo balneare
Il mare rappresenta un fattore strategico dell’economia la cui gestione razionale e sostenibile passa attraverso un corretto equilibrio fra la tutela degli aspetti ambientali e sociali e lo sviluppo delle attività economiche, in particolare delle attività turistiche ricreative.
Gran parte della fascia costiera ricadente nel Comune è liberamente fruibile per la balneazione.
Nel tessuto produttivo grande rilievo ha l’attività concernente gli stabilimenti balneari ed anche la presenza di esercizi di ristorazione.
Benché il settore balneare sia di tutto rilievo, la sua produttività è fortemente legata alla stagionalità, per superare questi limiti, le politiche regionali per lo sviluppo turistico del demanio marittimo hanno avviato una serie di azioni che renderanno possibile utilizzo continuativo delle risorse. Grazie alla destagionalizzazione delle attività i Comuni potranno autorizzare l’utilizzo di strutture di facile rimozione (cabine, bungalow, etc.) durante tutto l’arco dell’anno. Sono state inoltre ridefinite le cosiddette “attività accessorie” consentite, oltre alla somministrazione di bevande e cibo, all’intrattenimento musico-danzante ed alla vendita di giornali, libri e articoli da spiaggia, all’interno degli stabilimenti balneari sarà possibile anche pianificare esposizioni d’arte, attività ludiche e finalizzate al benessere; sarà possibile organizzare attività nautiche e sportive di tipo non agonistico; non ultimo, sarà possibile noleggiare imbarcazioni e natanti (Piano regionale di utilizzazione delle aree del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative).
Nel complesso questa maggiore flessibilità imprenditoriale si stima che possa consentire un ingente aumento dei ricavi economici ottenibili dal turismo balneare.
Turismo enogastronomico
La forma di ospitalità del Bed & Breakfast e dell’Agriturismo sono un perfetto connubio fra la filosofia del buon vivere e la riscoperta dell’identità e delle tradizioni locali. Nel Comune di Cerveteri queste attività sono rappresentate da più di 150 esercizi ricettivi. In particolare lo sviluppo del territorio agricolo in chiave turistica può diventare un importante aspetto economico per la popolazione delle aree rurali, grazie anche al nuovo modello turistico dell’ospitalità diffusa. In tal senso il turismo enogastronomico rappresenta una delle più importanti spinte di sviluppo; la Strada dei Vini e dei Prodotti Tipici delle Terre Etrusco Romane esemplifica la fecondità del territorio, oltre ai vini ed agli ortaggi d’eccellenza descritti precedentemente, anche l’allevamento trova la sua tipicità nel Vitellone della Maremma che pascola negli allevamenti nelle alture cerite.
Turismo culturale
La ricchezza e l’importanza dei siti d’interesse storico-archeologico rendono il territorio una zona particolarmente vocata per un turismo culturale ed identitario.
Le aree archeologiche, siano esse preistoriche o quelle che testimoniano l’avvento delle civiltà etrusca e romana, così come quelle legate alla storia più recente, sono fruite da un target turistico riguardante principalmente la fascia anziana e, soprattutto, da un turismo giornaliero, risentendo del grande polo d’attrazione rappresentato da Roma. Al fine di potenziare questo settore è necessario sviluppare un’offerta maggiormente competitiva che ampli, al contempo, il target turistico; attraverso la creazione di circuiti territoriali e/o tematici e grazie alla valorizzazione delle infrastrutture si deve creare un sistema di promozione turistica che possa divenire appetibile soprattutto per le famiglie e le nuove generazioni.
Turismo verde
La ricchezza di siti e habitat naturali nel territorio fanno sì che il turismo cosiddetto verde (green tourism) assuma sempre maggiore importanza all’interno di questo comparto, nondimeno esso contribuisce ad accrescere la consapevolezza ambientale, promuovendo la tutela degli ecosistemi e rispettando la cultura locale.
Ad esempio nel territorio di Cerveteri, fra le attività di particolare rilievo per il turismo verde, ci sono il Birdwatching (letteralmente osservazione degli uccelli) ed il cicloturismo. Tali attività sono praticate quasi esclusivamente da un turismo di tipo giornaliero ma, grazie anche alle strutture ed infrastrutture che si stanno costruendo o che sono in fase progettuale, esse sono destinate a divenire un’importante fonte di reddito per il Comune. Lo sviluppo del turismo verde va pensato con l’obiettivo di creare, al contempo, un’offerta improntata sul principio della sostenibilità, di tutela e valorizzazione del territorio.